Caldo: buone prassi per la gestione del rischio microclima per le attività lavorative

Confindustria pubblica una nota di aggiornamento datata 24 giugno 2024 su “Strumenti per la gestione di condizioni climatiche avverse (caldo)” per le attività lavorative (rischio microclima)

Lo scorso 20 giugno, Ministero del lavoro e parti sociali si sono incontrati per trattare il tema dell’emergenza “caldo”.

Il sindacato richiede che il protocollo contenga prescrizioni vincolanti ed aggiuntive rispetto alle disposizioni normative già esistenti, sia per le lavorazioni al chiuso che all’aperto, traducendo il protocollo in norma.

Le disposizioni aggiuntive inserite nell’ipotetico protocollo, avrebbero dovuto riguardare – nell’ambito di salute e sicurezza sul lavoro: la revisione dell’organizzazione del lavoro, l’adozione di dispositivi di protezione individuale aggiuntivi (es. crema solare), la rideterminazione degli orari di lavoro, la sospensione del lavoro a determinate condizioni, l’integrazione della sorveglianza sanitaria, il coinvolgimento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, la formazione e l’informazione.

Le parti datoriali invece, hanno evidenziato che che i cambiamenti climatici non possono più essere considerati una emergenza, segnalando l’inidoneità del protocollo a rispondere alle specifiche esigenze di un aspetto già disciplinato dalla normativa, dalle linee guida OSHA, dei Ministeri della salute e del lavoro, dalle indicazioni dell’INAIL, dalle considerazioni dell’Ispettorato nazionale del lavoro, delle indicazioni di ASL e delle Regioni, di protocolli settoriali (es. agricoltura), dagli interventi dell’INPS.

A questi strumenti, si sono ora aggiunte le ordinanze delle Regioni che – a determinate condizioni – prevedono il divieto di svolgere attività lavorativa. Strumenti che, per il loro carattere contingibile e urgente, prevalgono su eventuali disposizioni di legge (e, a maggior ragione, di protocollo).

Quindi, preso atto della mancanza delle condizioni utili per l’adozione di un Protocollo e in attesa che il Governo adotti provvedimenti più specifici per il tema caldo, Confindustria chiarisce nella Nota “Strumenti per la gestione di condizioni climatiche avverse (caldo)”, quali siano ad oggi le buone prassi disponibili sul tema.

Di seguito riportiamo le buone prassi contro il caldo per attività lavorative indoor e outdoor.

Buone prassi contro il caldo, per le attività lavorative indoor

  • adattamento dei processi di lavoro, ad esempio riducendo il rilascio di calore
  • utilizzo di schermature o barriere riflettenti o termoassorbenti
  • isolare o racchiudere processi, macchinari o impianti che generano calore (o separarli dai lavoratori)
  • fornitura di veicoli con cabine chiuse climatizzate (ad esempio su trattori, camion, caricatori, gru)
  • Ridurre l’umidità, evitare pavimenti bagnati, eliminare bagni di acqua calda aperti, scarichi e vapore
  • Rimozione dell’aria riscaldata o del vapore dai processi caldi utilizzando la ventilazione di scarico locale
  • Utilizzo di apparecchiature o processi automatizzati per accedere a luoghi caldi, ad esempio utilizzando un drone per ispezionare un terreno di fuoco
  • Monitoraggio della temperatura
  • Fornire ombra per ridurre il calore radiante del sole, ombreggiando i lavoratori dalla luce solare diretta con tende o utilizzando pellicole riflettenti sulle finestre
  • Utilizzo di superfici non riflettenti per evitare la riflessione UV nell’area di lavoro
  • Fornire aria di raffreddamento o condizionamento dell’aria e adeguata ventilazione, deumidificazione
  • Fornire aree climatizzate, ombreggiate o di pausa fresca il più vicino possibile al cantiere
  • Fornire ventilatori, come quelli da scrivania, a piedistallo o a soffitto.

Buone prassi contro il caldo, per le attività lavorative outdoor

  • individuazione e formazione di un responsabile per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche (attraverso la consultazione di siti dedicati) per attuare le misure di prevenzione individuate dal datore di lavoro
  • Rendere disponibile sui luoghi di lavoro un termometro ed un igrometro
  • Evitare il più possibile l’esposizione diretta alla radiazione solare utilizzando tettoie, anche mobili, che possano permettere di lavorare all’ombra
  • Evitare il più possibile le lavorazioni durante le ore di maggior caldo, anticipando, ad esempio inizio dell’orario di lavoro alla mattina presto e prolungandolo nelle ore serali
  • Se possibile destinare alle lavorazioni al coperto le ore centrali della giornata
  • Se non sono necessari particolari DPI, fornire al lavoratore copricapo a falda larga ed indumenti leggeri e traspiranti
  • Sconsigliati cappello con visiera (non protegge collo e nuca) e indumenti a maniche corte o pantaloni corti
  • Nel caso di necessità di utilizzo di DPI che ostacolino la respirazione e l’evaporazione del sudore, come ad esempio nei cantieri di rimozioni di amianto, programmare e far eseguire pause di lavoro in ambienti ombreggiati ed evitate le ore più calde della giornata
  • Consentire ai lavoratori di consumare i pasti in aree ombreggiate e, qualora presente il servizio mensa, limitando cibi grassi a favore di frutta e verdura, eliminando il consumo di alcool
  • Rendere sempre disponibile acqua per i lavoratori, verificandone periodicamente la disponibilità nei pressi della zona della lavorazione in caso di cantieri o aree di grandi dimensioni. L’eventuale fornitura di integratori salini è subordinata al parere del medico competente
 

INL con circolare del 25 luglio 2024 comunica l’avvio di una campagna di vigilanza straordinaria per oggetto la verifica del rischio CALORE programmata dal 01 al 31 agosto 2024 per il settore agricolo, florovivaistico ed edile.

In occasione della possibilità di aumento rischio infortunio causa condizioni climatiche estive, INL avvia vigilanza straordinaria che si svolgerà dal 01 al 31 agosto 2024. Vigilanza rivolta alla verifica dell’osservanza della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, tra i settori maggiormente esposti al rischio: agricolo, florovivaistico ed edile.
 
Nel settore agricolo, florovivaistico ed edile, INL ritiene che la valutazione del rischio microclima, possa quanto meno ridurre i rischi connessi alle ondate di calore.

Anche INL – come sopra riportato – ricorda gli obblighi in capo al Datore di Lavoro che deve tutelare i propri lavoratori dallo stress termico.

Durante l’attività ispettiva INL esorta di porre maggiore attenzione alla presenza nel DVR (o nel PSC, ove previsto, e nei vari POS) della valutazione del rischio da calore e delle misure di prevenzione e protezione previste. In caso di necessarie carenze di tale valutazione, la ripresa delle lavorazioni interessate sarà condizionata all’adozione di tutte le misure atte ad evitare/ridurre il rischio, in adempimento del verbale di prescrizione.

Invitiamo pertanto, alla lettura integrale della circolare di INL – vigilanza straordinaria – rischio CALORE.

 

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